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Amedeo Avogadro è uno dei più importanti scienziati e ricercatori italiani del passato le cui scoperte nel
campo della chimica-fisica hanno avuto risonanza e riconoscimento mondiale. Al suo nome sono legate alcuni
principi universali sulla fisica dei corpi imponderabili come l’aria ed i gas che sono alla base di molte
tecnologie e applicazioni pratiche passate, attuali e future.
Avogadro nacque a Torino nel 1776, figlio di Filippo, conte di Quaregna e Cerreto, magistrato e senatore del
Regno di Sardegna. Malgrado una sua originaria tendenza alle scienze naturali fu avviato dal padre a studi
d’avvocatura in cui si laureò a Torino nel 1795 ottenendo anche il titolo di Dottore in legge Ecclesiastica nel
1796. Prediligendo però gli studi scientifici, in particolare fisici e matematici, abbandonò la carriera legale e si
iscrisse ad un corso di fisica condotto da uno scienziato del suo tempo e nel 1803 e nel 1804 presentò, insieme
al fratello Felice, due memorie manoscritte sull’elettricità e sulla chimica delle soluzioni saline all’Accademia
delle Scienze di Torino. Da qui iniziò la sua carriera di insegnante, di scienziato e di ricercatore nel campo
della fisica-chimica che lo resero famoso. Nel 1806 fu nominato ripetitore di fisica al Regio Collegio delle
Province, nel 1809 divenne professore al Regio Collegio di Vercelli, e poco dopo ebbe temporanemente la
cattedra di “Fisica Sublime” all’Università di Torino, mantenuta poi stabilmente dal 1983 al 1850. Per questi
motivi fu nominato socio ordinario dell’Accademia delle Scienze nel 1819 e nel 1821 anche socio
dell’Accademia dei XL, ossia dei 40 ricercatori di maggior spicco del Regno. Tra i suoi meriti bisogna
annoverare l’introduzione del sistema metrico decimale nel Regno Sardo, adottato anche da tutti gli Stati
confluiti nel Regno d’Italia pochi anni dopo. Ebbe numerosi incarichi pubblici nel campo scientifico/tecnico e
nel settore dell’insegnamento, divenendo anche Consigliere superiore della pubblica istruzione del Regno di
Sardegna. Tra molti onori si ritirò dall’impegno pubblico e scientifico nel
1850 e morì a nel 1856 a Torino.
Amedeo Avogadro fu un precursore degli studi che legano la chimica e la
fisica e di conseguenza le interazioni tra fenomeni fisici ed elementi
chimici. Questi studi, allora agli esordi, gli permisero di proporre una
suddivisione della fisica generale e speciale attraverso un suo lungo
trattato suddiviso in 4 volumi, intitolato “Fisica dei corpi imponderabili
ossia Trattato della costituzione generale dei corpi”. Il suo studio più
importante però è quello che lo portò ad enunciare nel 1814 la legge che
oggi porta il suo nome (Volumi uguli di gas nelle stesse condizioni di
temperatura e di pressione contengono lo stesso numero di molecole) che
mediava i risultati delle ricerche di altri famosi scienziati (Gay Lussac e
Dalton) che confondevano le molecole con gli atomi. Avogadro infatti,
tra molti disaccordi iniziali, fu il primo ad affermare che atomi e
molecole non erano equivalenti e che avevano cartteristiche diverse.
Il principio di Avogadro non fu accettato completamente fino al 1860,
quando altri, (S. Canizzaro) nello storico congresso scientifico di
Karlsruhe riuscirono a riproporlo e a spiegarlo, distinguendo, secondo
i reali principi della chimico-fisica, atomo da molecola e peso atomico
da peso molecolare.
Centenario della morte di
Amedeo
AVOGADRO
( 1776 – 1856 )

 

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