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PINOCCHIO
Pinocchio è un personaggio noto a tutti i bambini del mondo, creato dalla fantasia di uno scrittore italiano del
1800, che dietro un aspetto giocoso, allegro e spensierato, ma anche avventuriero e talvolta bugiardo, trasmette
una forte carica educativa e formativa del carattere dei bambini. Il racconto delle avventure di Pinocchio sotto
forma di fiaba, favola, libro, cartone animato o film è considerato ancora oggi uno strumento importante per
influenzare il comportamento dei giovani nelle oltre 150 nazioni in cui è conosciuto.
Pinocchio è il burattino di legno inventato da Carlo Lorenzini, un brillante scrittore giornalista nato a Firenze
nel 1826 e morto nel 1890, che, dopo varie attività letterarie tra cui anche quella di traduttore delle favole di
Perrault, in età già avanzata e su commissione di un editore, iniziò a scrivere libri per l’infanzia. L’autore, per
questa sua attività, volle utilizzare lo pseudonimo “Collodi”, nome del piccolo paese toscano in cui nacque la
madre, oggi sede di un parco e di una Fondazione culturale dedicata a Pinocchio riconosciuta con decreto del
Presidente della Repubblica italiana. “Le avventure di Pinocchio”, un capolavoro mondiale del suo genere, è
il titolo dell’opera più famosa di Collodi, libro che dopo la Bibbia è il più tradotto e stampato nel mondo.
Fu scritto in due tempi tra il 1880 ed il 1881, quando apparve per la prima volta sotto forma di racconto
settimanale col nome “Le storie di un burattino” sul Giornale dei bambini, e fu ripreso, continuato e raccolto in
un volume, col titolo definitivo, nel 1883.
Il libro racconta le avventure e le disavventure di un pezzo di legno trovato da “Mastro Ciliegia”, trasformato
da “Mastro Geppetto” in un burattino che piange, ride, parla e balla, chiamato Pinocchio e che vuole diventare
un bambino vero. La sua storia si svolge, tra monellerie, risate, bugie e incontri con numerosi personaggi
fantastici (il “grillo parlante”, il burattinaio “Mangiafoco”, “il gatto e la volpe”, “la Bambina dai capelli
turchini – La fata turchina”, “il Carabiniere”, “Colombo”, “Lucignolo” e via dicendo, attraversando luoghi
inesistenti e meravigliosi come il “Paese dei Balocchi” e il ventre di una “balena”, trasformando il burattino
parlante anche in un asinello dalle lunghe orecchie. In questo girovagare, in un mondo senza età e senza
tempo, ogni volta che Pinocchio racconta una bugia gli si allunga il naso ed è obbligato a tornare dalla Fata
Turchina che gli ha promesso di trasformarlo in un vero bambino quando avrà cessato di essere un monello
bugiardo.Alla fine Pinocchio, dopo infinite avventure, tra gioie e pentimenti, si ravvede, comprende il senso
della sofferenza e del sacrificio, la grandezza degli affetti
familiari, l’inutilità della bugia e diventa per opera della Fata
Turchina, il bambino in carne ed ossa che fin dall’inizio
voleva essere. Il libro di Collodi ha una grande carica umana
ed un grande significato morale: le avventure del ragazzo-
burattino, tra le scoperte gioiose e dolenti del mondo e della
vita, superano i confini della letteratura per l’infanzia per cui
nacque, rappresentano uno spaccato di vita molto simile a
quella di molti bambini e perfino di alcuni adulti non cresciuti.
Per questo Pinocchio vivrà ancora a lungo nella memoria di
bambini, padri e nonni di ogni luogo e paese.

 

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