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FAQ sull'Interofilia

A cura di Franco Giannini e Carlo Sopracordevole (Presidente UFI)

  1. Cos’è l’INTEROFILIA
  2. Cos’è un Intero Postale
  3. Quali sono gli Interi Postali
  4. Anche questi sono Interi Postali
  5. Quali sono i tipi più diffusi di collezioni di Interi Postali
  6. Come si imposta una collezione di Interi Postali
  7. Dove ci si può procurare gli Interi Postali
  8. Dove ci si può documentare ed aggiornare
  9. Dove si può esporre una collezione di Interi Postali
  10. Quali sono le Associazioni di specialisti e come se ne può far parte
  11. Perché collezionare gli Interi Postali
  12. Alcune immagini

1) Cos’è l’INTEROFILIA Torna all'inizio

Il termine Interofilia è un neologismo nato sicuramente per assonanza con il più noto Filatelia e, come quest’ultimo, usato per indicare un particolare settore del collezionismo. Più esattamente, se il secondo, come si sa, indica in senso lato la collezione, lo studio, la ricerca relativa agli "adesivi", ossia ai francobolli emessi da un’amministrazione postale, il primo, l’Interofilia, ha come oggetto di interesse, per gli stessi scopi, gli Interi Postali. In attesa quindi di specificare meglio cos’è un Intero Postale, possiamo intanto definire cosa intendiamo per collezione di Interi.

Con riferimento all’articolo di Carlo Sopracordevole "I tipi di Collezione", Qui Filatelia n.23, Dicembre 2000, si può affermare che una collezione di Interi Postali deve comprendere un insieme logico e coerente di Carte-Valori postali emesse da un’amministrazione postale, sotto forma di oggetto di corrispondenza oppure di modulo, avente valore di anticipazione, totale o parziale, della tassa richiesta per usufruire di un servizio svolto dalle poste. In particolare, con l’indicazione insieme logico e coerente, si intende la sequenza e la completezza con cui le Carte-Valori vengono distribuite nel corpo della collezione, allo scopo di rappresentare in modo chiaro ed esauriente il tema prescelto. La collezione può essere sviluppata in un unico modulo, ovvero comprendere più parti, in ciò lasciando al collezionista la scelta del modo che ritiene più appropriato per illustrare il risultato della sua ricerca. La collezione infine, si costruisce raggruppando esemplari nuovi, ossia nella condizione in cui sono stati posti in vendita, e/o quelli usati postalmente, appropriatamente selezionati e potrà svolgersi secondo un piano comprendente:

2) Cos’è un Intero Postale Torna all'inizio

Cosa si intende per intero postale? Ne sono state date varie definizioni, apparentemente simili, ma in realtà sottilmente differenti. La FIP, la Federazione Internazionale di Filatelia, ne ha dato alcuni anni or sono la seguente descrizione: Gli Interi Postali comprendono oggetti che recano prestampato un francobollo od un simbolo od una dicitura, ufficialmente autorizzati, indicanti il prepagamento di uno specifico valore facciale corrispondente ad una tassa postale o al relativo servizio. La genericità della definizione non comprende tutte le varie possibilità e lascia numerosi dubbi. Per tale motivo, l’Unione Filatelisti Interofili, ha proposto una definizione differente che, ad avviso di molti, rende meglio l’idea. Riportata sul catalogo di interi dell’area italiana, Il Nuovo Pertile, la nuova definizione recita così: L’intero postale è una carta-valore emessa da un’amministrazione postale sotto forma di oggetto di corrispondenza o di modulo avente valore di anticipazione, totale o parziale, della tassa richiesta per usufruire di un servizio svolto dalle poste. Tale valore di anticipazione viene, ma non sempre, espresso con l’impronta di un francobollo stampato direttamente sull’oggetto.

C’è peraltro da aggiungere che il termine Intero Postale è inventato dai collezionisti, anche se ormai è molto antico e diventato di uso comune. Per le amministrazioni postali gli interi e i francobolli sono carte-valori e come tali vengono trattate, con le dovute cautele, in tutte le fasi di produzione e di distribuzione.

In tal senso, solo per una migliore chiarificazione, NON sono interi postali, anche se in forma di cartolina o di biglietto, i vari moduli di servizio usati da vari Enti di Stato che spesso, è bene ricordarlo, sono di produzione privata, anche se corredati di simboli e diciture relativi all’uso postale per il quale vengono prodotti.

3) Quali sono gli Interi Postali Torna all'inizio

I tipi emessi in oltre un secolo e mezzo dalle varie Amministrazioni Postali, sono molteplici, sia in termini di aspetto, sia di servizi per i quali furono concepiti. Il panorama internazionale è vastissimo e copre settori impensati, come le ricevute telegrafiche, le carte telefoniche, i certificati d’impostazione, ecc.. Per limitarci agli interi italiani più noti e diffusi, quelli per intenderci in cui è più facile imbattersi, al primo posto c’è senz’altro la cartolina postale, emessa nel 1874, nella versione semplice e con risposta pagata, il biglietto postale, uscito nel 1889, l’aerogramma, introdotto nel 1952, la busta postale, (l’unica è del 1915 ma nel Regno Veneto circolarono le emissioni del 1861 e 1863), i bollettini per pacchi, del 1888, le cartoline-vaglia, del 1890.

Ve ne sono ancora altri; in qualche caso perché in uso su certe zone annesse, oppure di impiego particolare come i cartoncini di controllo. Per non parlare di quelle particolari cartevalori che sono i buoni risposta internazionali e di tutti i tipi in franchigia militare sul cui "status" però, è bene chiarirlo subito, non tutti gli specialisti sono concordi.

4) Anche questi sono Interi Postali Torna all'inizio

a) "pubblici" & "privati": i repiquage

Può capitare di venire in possesso di qualche intero postale che presenta diciture e vignette non reperibili fra le emissioni ufficiali di interi. Si tratta generalmente di "repiquage", termine tecnico ripreso dal francese (gli americani li chiamano "cacheted"), con il quale si indicano le stampe apposte per iniziativa privata su interi postali, dopo il loro normale acquisto negli uffici postali o nelle rivendite.

Le leggi postali italiane, infatti, non hanno mai vietato ai privati di stampare intestazioni, testi ed illustrazioni purché essi non vadano a colpire l’area dell’impronta di affrancatura degli interi, limitandosi a non consentirne la vendita, né a prezzo nominale né tanto meno a prezzo maggiorato, soltanto da parte degli uffici postali e delle rivendite autorizzate. Ne consegue che chiunque, in qualsiasi momento, può trasformare gli interi in moduli per particolari usi o impiegarli per personali celebrazioni, con la semplice sovrastampa di testi e vignette, con l’unica limitazione predetta.

La produzione di tali repiquage, che hanno goduto e godono tuttora di una certa popolarità fra i collezionisti, è stata ed è tuttora molto abbondante e, naturalmente, incontrollabile. Se si escludono pertanto alcune eccezioni, peraltro segnalate nei cataloghi specializzati (vedi ad esempio le Cartoline Postali per le assicurazioni di voli aerei, fornite tramite macchinette distributrici), il loro valore commerciale non dovrebbe mai superare di molto il valore dell’intero base.

Una tipologia accolta con favore dai collezionisti e che ha raccolto un discreto interesse negli anni scorsi è quello degli interi postali – generalmente cartoline – sovrastampati dall’I.P.Z.S..

La popolarità è evidentemente dovuta, al di là della gradevolezza delle illustrazioni, soprattutto all’opinione che essi siano in qualche modo una produzione "semiufficiale" delle Poste. In realtà si tratta di normali repiquage dove l’Istituto Poligrafico ha agito nella funzione di una normale tipografia, lavorando per conto di privati.

La sigla "IPZS – Roma", presente sugli interi soprastampati da tale Istituto va intesa quindi come una mera indicazione di provenienza, senza i crismi di ufficialità di quella, spesso del tutto simile, che si riscontra sugli interi ufficiali. La precisazione va fatta per evitare di trarre in errore il collezionista, che potrebbe essere indotto a pagare cifre talora alquanto elevate e, a nostro parere, non giustificate per i motivi appena esposti.

b) I ritagli d’Intero

Parlando di interi postali, è opportuno ricordare anche un impiego abbastanza curioso cui sono talora soggetti: quello dei ritagli, ossia delle impronte di affrancatura ritagliate e usate come normali francobolli. L’amministrazione postale italiana, da quando ha prodotto interi con impronta di francobollo simile agli adesivi, ha sempre vietato espressamente questo tipo di utilizzo delle impronte.

Già il regolamento della Poste del 1890 avvertiva che "I francobolli impressi sulle cartoline o sui biglietti, che ne fossero staccati, non sono validi per altri usi". Tale testo è stato ripreso con parole assai simili su tutti i regolamenti successivi. Un secolo dopo, quello del 1982 confermava che "I francobolli impressi sulle cartoline e sui biglietti postali non sono validi per altri usi".

Ciononostante, questo impiego c’è sempre stato, sia pure in misura saltuaria e molto contenuta. Le cause? Recuperare il valore di un intero già scritto e poi non utilizzato per posta; profittare di un esemplare giunto privo di annullo; per emergenza, in mancanza di adesivi; per scopi filatelici, con l’intento di creare una curiosità postale. In genere le poste hanno tollerato, un po’ perché l’uso è sempre stato episodico e quindi percentualmente trascurabile, un po’ anche perché spesso è sfuggito all’occhio di operatori e verificatori che avrebbero dovuto provvedere alla tassazione, operazione che pertanto si riscontra assai di rado.

I ritagli d’intero si trovano dunque usati, anche se in misura abbastanza contenuta, tale cioè da produrre una generale rarità e, di certo, l’inesistenza di qualche tipo. I tipi coinvolti sono soprattutto le cartoline e i biglietti postali; meno gli aerogrammi e ancor meno i bollettini per pacchi postali.

Per completezza, c’è da aggiungere che in altre nazioni i ritagli sono stati ufficialmente ammessi, magari solo in determinati periodi storici e che per questo motivo, forse, non sono ricercati e collezionati con un interesse paragonabile a quello dimostrato in Italia.

5) Quali sono i tipi più diffusi di collezioni di Interi Postali Torna all'inizio

Il più che nutrito elenco dei vari tipi di interi postali ci dice subito quanto vasto sia il campo delle collezioni, e della ricerca in genere, nel settore interofilo.

La più tradizionale è, come nel campo dei francobolli, la raccolta degli esemplari emessi dalla Amministrazione Postale di una determinata Nazione, circoscritta magari ad un particolare periodo storico (il Regno di Umberto I o II, di Vittorio Emanuele II, le Occupazioni, la Luogotenenza, la RSI, la Repubblica, ecc., per quel riguarda l’Italia). La si può poi specializzare a gruppi di paesi (ex Colonie), a particolari servizi (vaglia, pacchi postali, buoni risposta internazionali, ecc.), a determinate tipologie di utenza (le forze armate), ovvero limitarsi a particolari tipi d’interi (le Cartoline Postali, i Biglietti Postali, gli Interi Pubblicitari, gli Interi di Commissione Privata, gli Aerogrammi, ecc.).

Senz’altro meno diffusa risulta invece un tipo di collezione peraltro ben nota ai filatelici tradizionali: quella che, accanto agli interi tipo, classificandone magari i differenti tipi in termini di cartoncino, di colore, di "impaginazione", studia e raccoglie le eventuali varietà di stampa, di rifilatura, di perforazione, di filigrana, originatesi nelle diverse fasi di fabbricazione degli interi stessi.

In Italia si è molto diffusa la collezione degli usi postali, qualcosa che è quindi a cavallo tra l’Interofilia e la Storia Postale, che si occupa degli Interi emessi in un periodo, al limite una sola emissione, ricercandone e documentandone anche le più svariate combinazioni con i francobolli adesivi coevi. I diversi pezzi vengono raccolti ponendo attenzione alle diverse combinazioni in cui gli Interi possono trovarsi, privilegiando magari alcuni particolari servizi (raccomandazione, espresso, posta aerea, posta pneumatica) ed alcuni periodi tariffari, ovvero raccogliendo gli esemplari che documentano usi impropri ed anomali (Ricevute di Ritorno, Assicurazione, Posta Aerea).

Se a quanto detto aggiungiamo il caso già ricordato dei ritagli di interi e dei repiquage, non parrà esagerato definire praticamente infinito il campo di collezione e di ricerca nel settore dell’interofilia.

6) Come si imposta una collezione di Interi Postali Torna all'inizio

Nello Speciale di Cronaca Filatelica n.3, del Settembre-Ottobre 1988, Roy A. Dehn, ci ha dato un’indicazione semplice ma precisa sul come sistemare e descrivere una collezione. Anche se non esiste infatti una regola costante per quanto riguarda l’impostazione di una collezione di Interi Postali, alcuni suoi suggerimenti di carattere generale, vale la pena di tenerli ben presenti.

Scrive il Dehn: Le collezioni sono cose personali e perciò migliorano se mostrano un tocco di personalità. Il nostro interesse è far si che i francobolli e le buste, gli Interi Postali diremmo noi, sistemati sui fogli d’album riescano a riflettere non tanto lo schema stabilito da qualche anonimo listino ma le idee e la passione di chi li possiede e ha studiato con attenzione il proprio materiale. Dopotutto, continua, è anche un modo di valorizzare i nostri piccoli tesori. Le grandi rarità possono attrarre l’attenzione anche se mal esposte; gli altri pezzi ci guadagnano mettendoci un po’ di amore e di idee. E una collezione impostata e costruita con intelligenza può anche dimostrare che le rarità non sono essenziali, dopotutto.

A parte ciò, ci sono delle regole alle quali devono uniformarsi le collezioni destinate alle esposizioni a concorso.

Valter Astolfi, in Qui Filatelia n.27 di Gennaio-Marzo 2002, parlando delle collezioni di Storia Postale, ci dà alcune preziose indicazioni. Lo sviluppo della collezione, scrive, dovrà essere chiaramente indicato in un foglio posto all’inizio della collezione, il cui contenuto prende il nome di "Piano" (schema della collezione); in questo foglio di introduzione alla collezione viene anche spiegato l’obiettivo che essa si prefigge. Sempre sullo stesso foglio si possono altresì inserire, in sintesi, le notizie inerenti il momento storico in cui la collezione si colloca. Insomma, ogni collezione è un libro con all’inizio un titolo, una nota esplicativa (che ne chiarisce contorni, contenuti ed obiettivi) ed un indice attraverso il quale viene indicato il percorso (parti, capitoli, ecc.) scelto dall’autore per illustrare l’argomento. Ciascuna parte, capitolo, ecc. ha, naturalmente, la sua intitolazione.

Aggiunge inoltre che, per presentare la collezione si ricorre all’uso di fogli (quasi sempre di colore bianco) secondo un formato standard ormai adottato in tutti i paesi; questi fogli vengono inseriti in apposite tasche di plastica onde evitare che i pezzi ivi applicati siano a contatto con l’esterno. I pezzi vengono applicati sui fogli mediante l’uso di angolini (tipo fotografie) ma l’orientamento più recente (perché la protezione è maggiore e l’effetto è più gradevole) è quello di avvolgerli con carta lucida trasparente per essere poi incollati sul foglio con sistemi più o meno sofisticati. A questo punto la collezione è pronta per essere presentata. L’ultima avvertenza riguarda il numero di fogli che si possono presentare in una esposizione a concorso: esiste una gradualità, sulla quale non è il caso di soffermarsi, ma ad ogni partecipante non sono concessi più di 120 fogli; bisogna pertanto tenere presente questo vincolo!

Per concludere, basta aggiungere che, nel caso degli Interi Postali, lo spazio a disposizione in ogni foglio basta appena per due esemplari (raramente tre). Se si esclude pertanto il caso di esemplari che si differenziano solo per l’anno di emissione o per la vignetta illustrativa, per i quali il numero di esemplari per foglio può anche essere maggiore, sempre che non siano altri gli elementi che si vuol mettere in luce e che l’eccessivo affollamento non appesantisca l’esposizione, il collezionista ha un modo praticamente obbligato per presentare i suoi pezzi. Ciò rende paradossalmente più difficile montare una Collezione d’Interi Postali. La successione dei fogli finisce per essere monotona se non si interviene spezzando il racconto con qualche foglio che contenga un solo esemplare che, per pregio, rarità e, perché no, bellezza cromatica o altro, sia in grado di occupare un posto privilegiato nell’esposizione, magari accompagnato da una descrizione un po’ più dettagliata che ne illustri meglio le peculiarità.

7) Dove ci si può procurare gli Interi Postali Torna all'inizio

Innanzi tutto bisogna dire che per costruire una collezione di Interi Postali è difficile individuare il "commerciante di fiducia". Il disinteresse mostrato dagli operatori filatelici per il settore degli IP, almeno fino agli anni ottanta, con l’eccezione, è ovvio, di qualcuno abituato ad andare controcorrente anticipando anziché seguendo le mode, ha reso praticamente inutile questa fonte di "approvvigionamento". Non si tratta d’altra parte di mettere assieme una serie di francobolli che un commerciante sa dove procurarsi. Si tratta, il più delle volte, di acquisire pezzi, anche di modesto valore, ma di reperibilità molto spesso tutt’altro che agevole. La collezione diventa così il frutto di una ricerca continua del singolo pezzo, ovvero l’incontro fortunato con il pezzo ‘sconosciuto’, che avviene sul tavolo del circolo filatelico, tra i banchi dei mercatini domenicali locali, negli stand degli operatori commerciali nei convegni filatelici che settimanalmente si svolgono da qualche parte in Italia, nei listini di vendita delle case d’asta nazionali ed internazionali, nelle Aste Sociali organizzate, ad esempio, dall’Unione Filatelisti Interofili, nei siti "Internet" dei principali operatori filatelici, non solo italiani. Ci sono operatori che trattano prevalentemente gli Interi Postali, che presentano in classificatori o in scatole, raggruppandoli per periodo storico Regno, Luogotenenza, RSI, Repubblica, ecc.) e che sono specializzati più in un settore che in un altro (al Nord, ad esempio, è più facile trovare esemplari usati in RSI), ovvero che raggruppano gli interi per tipologia (Cartoline Postali, Biglietti Postali, Aerogrammi) e per nazione, separando spesso solamente l’area italiana dall’estero. Altri operatori invece, che specializzano la Storia Postale, raggruppano tutto il materiale per periodo senza distinguere tra i vari oggetti di corrispondenza: in questo caso si deve cercare tra ‘mucchi’ di lettere nella speranza di trovare qualche intero di interesse.

Nei cataloghi d’asta le cose vanno nello stesso modo. C’è spesso una o più sezioni riservate agli Interi Postali, anche qui raggruppati per nazione, tipologia, periodo d’uso, ecc., ma non mancano spesso lotti inseriti in altre sezioni, più tipicamente di Storia Postale o di Marcofilia, che è pertanto sempre consigliabile consultare.

8) Dove ci si può documentare ed aggiornare Torna all'inizio

Le pubblicazioni a disposizione di un appassionato collezionista di Interi Postali sono davvero tante.

Per limitarci a quelle che riguardano le emissioni italiane, sono senz’altro da citare i cataloghi, Nuovo Pertile e Filagrano, che da molti anni informano sulle quotazioni dei vari tipi d’interi d’Italia e Paesi Italiani arricchendole con moltissimi altri dati come quelli relativi ai decreti istitutivi, alle date di uscita, alle caratteristiche tecniche, ai termini di validità, agli usi postali. Valutazioni e notizie sugli Interi Postali sono poi presenti nel Catalogo Unificato di Storia Postale, nel Sassone Specializzato, nel Catalogo Enciclopedico Italiano.

Articoli su determinati argomenti ed approfondimenti relativi a particolari emissioni, particolari usi e tariffe appaiono spesso sia sulle riviste mensili di filatelia, prima fra tutte Storie di Posta e Cronaca Filatelica, sia su raccolte monografiche pubblicate in occasione di Convegni Filatelici, sia ancora come capitoli a se stanti o semplici approfondimenti di emissioni ormai storiche (la Floreale, i Michetti, la Democratica, la Siracusana, ecc.), all’interno di libri dedicati a tali temi.

Infine, una menzione a parte merita una pubblicazione ricca di informazioni, approfondimenti e notizie relative al mondo dell’Interofilia e dei suoi cultori, ovvero l’organo ufficiale dell’UFI-Italia, il già citato "L’INTERO POSTALE". Fondato negli anni 80 da Franco Filanci, essenzialmente per tenere vivi i contatti tra i soci dell’Associazione, ha finito per diventare una vera e propria rivista che ospita articoli inediti dei maggiori esperti italiani del settore, conquistando un posto di rilievo nel settore della letteratura filatelica specializzata, con un prestigio che è andato crescendo di anno in anno. Non di rado, infatti, alcuni articoli sono ripresi dalle riviste estere e tradotti in modo da informare i collezionisti di tutto il mondo, mentre i compilatori dei cataloghi trovano su L’INTERO POSTALE le notizie di prima mano necessarie agli aggiornamenti annuali.

Per completare il quadro, qualche breve notizia relativa agli Interi Postali esteri, limitandoci peraltro solo ad un brevissimo elenco di cataloghi nazionali e rimandando alle rubriche de L’INTERO POSTALE, chi voglia informazioni ulteriori sulle riviste specializzate non italiane, sugli eventuali siti web attivati dalle varie associazioni interofile estere, ecc..

Praticamente ogni nazione ha un catalogo nazionale specializzato. Tra questi, ricordiamo lo Storch & Françon Les Entiers Postaux de France et de Monaco, lo Zumstein Ganzachen Sweitz, per la Svizzera, il Luiz Catalogo Especializado de los Enteros Postales de Espana, Colonias Espanolas y Correspondencias, il Michel Ganzachen Catalog, relativo alle emissioni tedesche, che pubblica anche il più diffuso catalogo europeo sugli Interi Postali.

9) Dove si può esporre una collezione di Interi Postali Torna all'inizio

Non sempre il collezionista ama esibire i suoi gioielli. Ciò sia per la fatica che indubbiamente costa organizzare e allestire una collezione da esposizione, sia perché si è restii a sottoporsi al giudizio di altri. D’altra parte, poiché esporre può essere uno stimolo per arricchire le proprie conoscenze e quindi di fatto migliorare la propria collezione, non pochi collezionisti prima o poi entrano nell’ordine di idee che è opportuno esporre i loro interi postali. In questo caso c’è solo l’imbarazzo della scelta. L’Interofilia è una delle Classi di Competizione riconosciute dalla Federazione Internazionale della Filatelia, la FIP e questo significa che il collezionista ha il diritto di essere giudicato da almeno un giurato qualificato, esperto del settore, tenuto tra l’altro a motivare il perché delle sue valutazioni, contribuendo in questo modo a migliorare l’impianto con eventuali consigli all’espositore. Quanto al tipo di competizione, si procede in genere per gradi, partendo dalle Esposizioni a carattere Regionale, sempre sotto l’egida della FSFI, ovvero la Federazione tra le Società Filateliche Italiane, per passare alle Nazionali, approdando infine, eventualmente, alle Internazionali. Va da sé che il passaggio da un livello di esposizione al superiore non è automatico, ma è legato al livello di medaglia acquisito di volta in volta.

Infine, da pochi anni, è stato istituito un Campionato Nazionale all’interno delle varie Classi di Competizione, inclusa quindi l’Interofilia, che permette di stilare una speciale classifica a punti, relativa ai punteggi conseguiti nelle varie esposizioni ufficiali, proclamando ogni tre anni il Campione Nazionale di specialità.

10) Quali sono le Associazioni di specialisti e come se ne può far parte Torna all'inizio

Alla ripresa del collezionismo degli interi nella seconda metà degli anni ’60, fece seguito l’idea di fondare un’associazione che permettesse ai nuovi e vecchi cultori dell’Interofilia, di prendere contatto, conoscersi e scambiare materiale ed informazioni. Nasceva così, nel 1970, per iniziativa di Luigi Pertile - che ne è stato anche il primo presidente - l’Unione Filatelisti Interofili (UFI-Italia), della quale è opportuno sottolineare la grande importanza che ha avuto nello stimolare e nell’accompagnare la ripresa del collezionismo, ponendosi sempre quale costante punto di riferimento nel settore.

Fra gli scopi dell’Unione vi sono infatti i seguenti.

  1. diffondere la conoscenza e l’interesse per gli interi postali, promovendo studi, pubblicazioni, mostre e iniziative culturali;

  2. creare e facilitare i contatti fra gli interessati, mantenendo anche rapporti con le corrispondenti associazioni estere;

  3. realizzare servizi sociali d’informazione, consulenza, reperimento e scambio di materiale collezionistico e di studio;

  4. tutelare gli interessi dei cultori contro frodi, falsificazioni e quant’altro possa risultare di danno o detrimento per l’interofilia.

Assieme a tanti collezionisti e cultori del settore, dell’UFI fanno (o hanno fatto) parte praticamente tutti gli esperti più noti e preparati nel settore degli Interi Postali in Italia, e non solo.

L’UFI-Italia, (attualmente la segreteria è in via Ippolito Nievo 27, 56021 Cascina PI), sta attualmente preparando anche un sito web per meglio informare i collezionisti di Interi Postali, è quindi l’associazione da contattare per saperne di più.

In modo analogo, i collezionisti di Interi Postali emessi da altre Nazioni, possono rivolgersi a simili organizzazioni che raggruppano i corrispondenti collezionisti, associazioni i cui indirizzi sono ottenibili contattando, ad esempio, il responsabile dei rapporti con tali organizzazioni che, nel caso dell’UFI-Italia, è il Consigliere Vittorio Coscia.

11) Perché collezionare gli Interi Postali Torna all'inizio

Se c’è un settore della filatelia che negli ultimi trent’anni ha conosciuto solo un costante aumento sia in termini di appassionati sia di valore commerciale dei vari pezzi, questo è sicuramente quello degli Interi Postali.

Chi ha avuto l’intuizione di incominciare ad interessarsene negli anni settanta, ed ha continuato a cercare ed acquisire gli oggetti necessari alla sua collezione, è oggi in possesso di raccolte importanti, in grado di ripagarlo ampiamente della fatica fatta.

Che si tratti di vera e propria fatica, sta a dimostrarlo l’oblio in cui nei decenni precedenti erano caduti gli interi postali, rendendo per il collezionista difficile non solo il reperimento dei "pezzi" ma anche l’acquisizione delle più semplici informazioni, stimolando peraltro la ricerca personale che offre spesso reali contenuti culturali e rendendo più affascinante questa forma di collezionismo.

Ed oggi? Oggi, l’aumentato numero dei cultori di Interofilia ha reso senz’altro più difficile la caccia al pezzo "pregiato", ma al tempo stesso ha reso più appagante la soddisfazione della ‘scoperta’. Trovare un uso poco consueto, una tariffa poco nota, una data d’uso che anticipa quelle note, un tipo o sottotipo d’intero non riportato dai cataloghi, è cosa non solo possibile ma, prima o poi, praticamente certa, data la non ancora completa conoscenza che si ha di queste Carte-Valori.

Insomma, collezionare gli Interi Postali è appassionante e non di rado un buon affare, visto che non c’è Asta Filatelica che non veda praticamente esauriti i relativi lotti, a prezzi spesso superiori a quelli indicati dai cataloghi.

12) Alcune immagini Torna all'inizio


© Federazione fra le Società Filateliche Italiane. Aggiornato il 02-11-2014 .